I pigmenti sono sostanze amorfe e cristalline, generalmente si presentano sotto forma di finissime polveri colorate che disperse in mezzi acquosi o oleosi, sono capaci di colorare per sovrapposizione, cioè di ricoprire gli oggetti di uno strato colorante permanente. Ciò che distingue un pigmento da un colorante è l'incapacità di sciogliersi tanto nei comuni solventi come l'acqua tanto nel substrato da colorare, perciò si dice che i pigmenti si disperdono.
Normalmente vengono classificati secondo due grandi categorie : i pigmenti organici e i pigmenti inorganici o minerali.
I pigmenti organici si suddividono a loro volta in due gruppi di origine vegetale e animale.
I pigmenti inorganici vengono anch’essi ripartiti secondo la loro origine in naturali e artificiali.
Le caratteristiche principali che si richiedono a un pigmento sono l'insolubilità nel solvente o nel veicolo in cui è disperso, una stabilità fisica, ad esempio resistenza alla luce o al calore, inerzia chimica nei confronti delle sostanze con cui verranno mescolati come leganti, additivi o altri pigmenti.
I pigmenti sono commercializzati in polvere, pasta o dispersi in un mezzo appropriato, ma si tratta sempre di particelle estremamente fini, dell'ordine dei micron o anche meno. La distinzione si opera in base alla loro natura ed origine e possono essere divisi principalmente in inorganici, organici, naturali o sintetici. La classificazione chimica più adottata è quella della AATTC nel Colour Index, insieme ai coloranti, in base alla struttura chimica.
L’indice di rifrazione indica il rapporto tra la velocità della luce nell’aria e la velocità della luce nel pigmento. Maggiore è l’indice di rifrazione più elevato è il potere coprente.
I pigmenti si distinguono per la loro insolubilità dai coloranti, i
quali sono invece solubili e vengono applicati sotto forma disciolta,
ossia sotto forma di bagni di tintura dai quali essi si fissano sulle
fibre tessili, sul cuoio, ecc. Oltre ad alcuni requisiti comuni a
quelli dei coloranti, come una buona stabilità chimica alla luce e agli
agenti atmosferici e una buona resa ottica (ossia la capacità di
impartire già in piccola quantità un colore intenso), i pigmenti devono
presentare un grado di dispersione altissimo e una buona capacità di
disperdersi omogeneamente nei materiali nei quali si usano. Questi
requisiti si ottengono attraverso opportune modalità di preparazione
dei pigmenti: così, l'ossido di ferro Fe₂O₃ sotto forma di cenere di pirite
è un pigmenti rosso di qualità scadente, mentre un pigmento assai
migliore si ottiene preparando lo stesso ossido a partire dal solfato di
ferro FeSO4, precipitando dalle sue soluzioni con un alcale l'idrossido
Fe(OH₂) e calcinando quest'ultimo all'aria a una temperatura
opportunamente controllata. Dal punto di vista della loro composizione
chimica i pigmenti si dividono in inorganici e organici. I primi sono in
genere meno costosi e chimicamente più stabili, ma presentano colori
spesso meno brillanti e in una gamma più limitata. Possono essere
costituiti da polveri di metalli, come per esempio quella di alluminio o di bronzo e ottone
di adatta composizione, oppure da ossidi o sali metallici insolubili. I
pigmenti organici sintetici sono per lo più costituiti da lacche,
ossia da sali insolubili di coloranti acidi con adatti metalli pesanti,
tra i quali rientrano anche gli importanti pigmenti del gruppo delle ftalocianine.
Oltre alla natura del colorante acido ha importanza decisiva quella
del metallo dal quale il pigmento organico deriva, motivo per cui da un
medesimo colorante acido si possono, cambiando il metallo che lo
salifica, ottenere pigmenti di colore molto diverso. In base al colore i
pigmenti inorganici si distinguono in pigmenti bianchi, rossi, gialli, bruni, arancio, verdi, blu e neri. I pigmenti bianchi sono il biossido di titanio, il carbonato basico di piombo (biacca), il solfato basico di piombo, il silicato basico di piombo, l'ossido di zinco, il solfato di zinco, il litopone, il triossido di antimonio
e sono tra i più usati sia perché il bianco è il più impiegato tra i
colori, sia perché è usato per formare altri colori. In aggiunta ai veri
e propri pigmenti bianchi sono in commercio succedanei di minor
pregio, usati come caricanti: carbonato di calcio, gesso, silicato di magnesio, carbonato di magnesio, mica, solfato di bario. I pigmenti rossi
sono gli ossidi di ferro naturali e artificiali (rossi di ferro); i
vari pigmenti sono generalmente distinti in base all'origine del
minerale: così, per esempio, ossido di Spagna, del Golfo Persico,
d'America, terra di Siena bruciata, ecc., minio, solfoseleniuro di cadmio, ossido di rame; i pigmenti gialli sono le ocre gialle, l'ossido ferrico idrato, i cromati di piombo, il cromato di zinco (o giallo di zinco) il litopone di cadmio (miscela di solfuro di cadmio e solfato di bario), il titanato di nichel; i pigmenti bruni sono le terre d'ombra (miscela naturale di ossido ferrico idrato, biossido di manganese, allumina, silice e carbonio), le terre grigie (miscela di ossido ferroso e carbonato di calcio), l'idrato di manganese; i pigmenti arancio sono il cromato basico di cromo, il litopone di molibdeno (miscela di molibdato di piombo e cromato di piombo); i pigmenti verdi
sono l'ossido di cromo, l'ossido di cromo idrato (verde di Guignet), le
miscele di pigmenti gialli e di pigmenti blu, come per esempio quelle
ottenute da gialli di cromo e blu di Prussia e note come verdi di
cromo; i pigmenti blu sono il ferrocianuro ferrico di potassio (blu di Prussia),
il blu ultramarino o azzurro oltremare (combinazione chimica di
allumina, silice, ossido di sodio legati con zolfo), il solfato basico
di piombo, l'alluminato di cobalto, il solfuro di rame, il silicato di rame e calcio; i pigmenti neri
sono il carbonio elementare preparato a partire da materiali diversi,
neri di carbone, neri vegetali e neri animali; magnetite. I pigmenti
organici di più recente produzione sono essenzialmente di origine
sintetica e quindi si presentano in una gamma di colori assai vasta.
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